Nei giorni 12-13-14 Novembre 2024, presso l’università l’Orientale di Napoli, si è tenuta la “Nona Conferenza Internazionale del SUN Silk road Universities Network (rete delle Università sulla via della Seta)” che ha portato a Napoli Rettori e Delegati da tutto il mondo e l’8th International Conference of IASS, International Association for Silk Roads Studies.
La seconda giornata di lavori si è svolta ad Eboli, città in provincia di Salerno che ha dato i natali a Matteo Ripa: missionario, incisore, fondatore del Collegio dei Cinesi e degli Indiani e la Sacra Famiglia di Gesù Cristo, in Napoli. Ospitati dall’Amministrazione comunale, il Magnifico Rettore dell’Orientale Roberto Tottoli, il prof. Sungdon Hwang, Segretario Generale del SUN, i rappresentanti delle Università in rete, gli studenti e il Vescovo vicario della Diocesi Salerno, Acerno, Campagna, Sua Eccellenza Don Alfonso Raimo, sono stati conquistati dai luoghi che hanno visto crescere, e culturalmente formarsi, padre Matteo Ripa. Nella splendida cornice del MANES, ospiti della Dott.ssa Menale, splendidamente coordinati dalla moderatrice prof.ssa Maria Luisa Albano, il Sindaco: Mario Conte e l’Assessore alla Cultura Lucilla Polito, hanno omaggiato gli illustri ospiti regalando la biografia sul nostro sacerdote scritta dal Prof. Paudice Vincenzo.
Il testo: “PADRE MATTEO RIPA 馬國賢 (1682-1746) MISSIONARIO, INCISORE IMPERIALE ALLA CORTE DI KANGXI 康熙, FONDATORE DEL “COLLEGIO DEI CINESI” IN NAPOLI“, contestualizza al XVIII secolo la vita è l’opera del sacerdote ebolitano, la ricaduta artistica delle sue incisioni nell’evoluzione dell’architettura dei giardini inglesi e in quella del ‘900 ad opera di Le Corbusier che, ispirato dalle incisioni cinesi, progetta e realizza la residenza svizzera dei suoi genitori.
Abstracta
Il testo intende dare giusto rilievo all’opera di evangelizzazione e alle capacità artistiche di Matteo Ripa; queste ultime, sebbene poco conosciute, gli consentiranno di essere apprezzato incisore in Cina e stimato esponente di “Propaganda Fide” in Europa.
Per tali ragioni, le ricerche condotte, hanno avuto come riferimento i suoi diari di viaggio rielaborati, postumi, dai congregati della Sacra Famiglia di Gesù Cristo, editi a Napoli nel 1832.
Numerosi i testi consultati, molti del compianto Prof. Michele Fatica: Ordinario di storia moderna e contemporanea presso l’Università l’Orientale di Napoli, direttore del Centro Studi Matteo Ripa e Collegio dei Cinesi di Napoli; ma anche saggi e pubblicazioni sulla storia della Cina contenenti notizie del sacerdote ebolitano.
Per chiarezza espositiva, l’introduzione al testo dà notizie sulla “Questio de Ritibus Sinensibus”, il secolare cammino del Cristianesimo in Oriente e del nostro conterraneo Giovanni da Montecorvino, primo arcivescovo di Pekino, giunto a Khanbaliq (Beijing) pochi mesi prima della morte di Kublai Kan, avvenuta nel 1294.
Il prologo non trascura il contributo evangelico fornito dal sinologo gesuita p. Matteo Ricci; l’impegno profuso dalla Chiesa post tridentina, nell’affrancarsi dal diritto di “Regio Padroado” (esercitato dai reali portoghesi sulle missioni ad Est delle isole Capoverdiane), né la conseguente nascita della Sacra Congregazione de Propaganda Fide che, oltre a determinare una forte lacerazione gerarchica tra Santa sede ed esponenti della Compagnia di Gesù, porterà alla secolare diatriba citata nell’introduzione.
La biografia prosegue con la presentazione dello status sociale della famiglia Ripa, la spensierata fanciullezza del nostro Matteo, trascorsa tra le antiche rue del paese natio e i primi studi compiuti tra le mura della Badia di S. Pietro Apostolo, sempre in Eboli.
E ancora.
Una riflessione particolare sulla conversione napoletana, l’adesione alla Congregazione di S. Maria della Purità dei preti secolari missionari; gli anni di permanenza a Roma; la partenza per la Cina e quel segmento di viaggio che da Roma lo condurrà fino a Macao.
Una traversata ricca di difficoltà, paure ed emozioni:
- Gli abiti talari nascosti per ottenere la licenza d’imbarco in un paese di “eretici”;
- La paura per l’imminente conflitto bellico esploso tra Anna Stuart e suo fratello Giacomo;
- I momenti di sconforto vissuti per essere stato abbandonato sulle rive del Gange dal Capitano del Donegal;
- Gli sforzi sostenuti per guadagnare imbarchi di fortuna tra gli arcipelaghi dell’Oceano Indiano;
- Considerevoli difficoltà, tutte superate grazie all’incrollabile fede, la determinazione nel voler portare a compimento la missione voluta da Papa Clemente XI, il desiderio di convertire i “gentili”.
- Infine, l’incontro con Mons. Carlo Tommaso Maillard de Tournon, Legato pontificio.
Un capitolo è dedicato al Patriarca d’Antiochia, Visitatore Apostolico in Cina; a noi noto per aver accreditato il sacerdote ebolitano presso la Corte imperiale cinese, segnalandolo come pittore inviato dal Pontefice di Roma.
Contrariamente a quando espresso da critici improvvisati o di parte, una scrupolosa analisi è riservata alle capacità artistiche di Matteo Ripa, la cui abilità nel disegno dal vero, l’acquaforte e la pittura a olio, acquisita nell’eclettico ambiente artistico napoletano e maturata a Roma, lo aiuteranno ad entrare nei territori cinesi; ottenere i favori del governatore di Canton e dell’Imperatore Kangxi che, come esperto pittore, lo assegnerà ad un padiglione dell’Antico Palazzo d’Estate riservato ai laboratori di pittura, meccanica e architettura.
Il testo non sottovaluta la breve sosta nel Regno Unito e l’ospitalità di re Giorgio I, garbatamente ricambiata con una copia della grande Carta geografica della Cina; ciò nondimeno, dà rilievo al credito che ebbero le puntuali descrizioni sui “Giardini imperiali cinesi” e il libro/album donato a Richard Boyle (1694-1753), raffinato architetto, terzo conte di Burlington.
Notizia inedita o comunque poco nota, è l’informativa del 10 ottobre del 1725 che Matteo Ripa invia a Sua maestà Giorgio I.
Alla missiva, conservata tra i manoscritti della Collezione Reale: sezione scene cinesi, risulta allegata:
- Una lettera indirizzata alla Principessa del Galles: Guglielmina, Carlotta, Carolina di Brandeburgo;
- Un libro/album contenente le 36 incisioni e la descrizione dei luoghi rappresentati;
- Un disegno della costa cinese destinato al Sig. Edmondo Godfrey, responsabile del “Principessa Anna”, il veliero che aveva riportato Matteo Ripa in Europa.
Tale “Mappa”, con molta probabilità, dovrebbe essere quella custodita nella British Library di Londra: “ex Mappe di Giorgio III, re di Gran Bretagna, 1738-1820”, colorata e disegnata a mano libera dal nostro sacerdote. Erroneamente indicata come: “Carta della linea costiera della Cina da 18° a 55° di latitudine Nord, eseguita in Cina da Matteo Ripa tra gli anni 1709/19”.
Altra novità riportata nel testo: il disegno eseguito dall’architetto Le Corbusier, titolato: “Residenza estiva nei dintorni di Pechino”, molto simile alla veduta: “Da lontano e da vicino, rumor di fonte”, realizzata da Matteo Ripa. Da tale disegno, datato 1915, eseguito a penna nella Biblioteca Nazionale di Francia a Parigi, l’architetto trarrà spunto per realizzare la “Petite maison”, la casa dei suoi genitori, emblema delle moderne abitazioni ideate nel secolo scorso.
La fondazione del primo nucleo del cosiddetto “Collegio dei cinesi e degli indiani”, i patimenti sofferti durante il lungo soggiorno austriaco per ottenere la “Regia protezione” e la soppressione della sua Congregazione avvenuta il 26 novembre del 1888, con una legge ad hoc varata dal primo governo a guida Francesco Crispi, anticipano le notizie sulla storia della calcografia e l’evoluzione che questa ebbe nel panorama artistico nazionale.
A margine di tutto ciò, nel testo è riportata una notizia sulla casa d’aste inglese Sotheby’s.
Nei suoi locali parigini, in rue du Saint Honoré, di fronte al Palazzo dell’Eliseo, il 12 dicembre 2017 è stato “battuto” all’asta, un album d’incisioni con copertina in seta gialla, attribuito al religioso ebolitano, così catalogato: “Trentasei vedute della casa di montagna per sfuggire alla calura estiva“, dinastia Qing, periodo Kangxi, 1711-1714”.
Il lotto, stimato in base d’asta tra i 120.000 e i 130.000 euro, è stato acquistato da un collezionista privato per la somma di 162.500 euro. Tale segnalazione per testimoniare il valore economico, documentale e artistico, toccato dalle incisioni realizzate, in vita, dal nostro sacerdote.
Per informazioni sul testo rivolgersi all’editore:
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